Quello che va bene per loro non va bene per te. Paragonare chi sei e ciò che fai o i tuoi traguardi (o la mancanza di tali) con le persone a te circostanti (che sia tua cognata, la tua compagnia di banco, tuo marito, i tuoi figli, i tuoi colleghi, amici, coppie di amici e, addirittura, i profili sui social network) è solo un altro modo per restare ferma (o fermo) a lamentarti. Credi sia quello a fermarti: che la paura di non farcela e il costante paragone dove credi di perdere, ti facciano passare la voglia di provare. È esattamente il contrario. Tu vuoi restare dove sei, nel recinto che ben conosci, dove non sei felice, non sai cosa ci sia fuori, ti lamenti di tutto ma almeno non hai paura. Conosci tutto l’ambiente. Uscire dal recinto quello sì sarebbe dover affrontare la paura (il perché succeda è approfondito nel mio primo libro, se ti serve). Ti paragoni agli altri perché cerchi conferma di dover restare dove sei. Ti dici: ”Vedi? Io non sarò mai come loro. Per me è troppo tardi.” E quando qualcuno ti racconta cosa vuole fare o dove vuole arrivare, ti sembra: 1. che siano tutti migliori di te perchè tu non potresti mai (avresti paura) 2. che nulla sia adatto a te 3. che non vuoi essere trascinato dove stanno andando gli altri. Che tu vada spinto o vada tirata, la verità è che sei nel mezzo delle corde della gente e punti i pedi per restare immobile. Tra chi ti demoralizza e chi ti sprona a muoverti, ovviamente, ci sei tu. Col tuo senso di impotenza: il peggiore cane da guardia della storia. Ma in questo recinto, dove tu resti nella polvere, vive qualcuno di perfetto e bellissimo; capace di ogni cosa e secondo a nessuno. E quella persona sei tu: che non hai bisogno di reti o recinti sicuri, né di domatori, guinzagli, corde o redini. Solo di chiudere gli occhi e avere fiducia per oggi. E la vita è fatta di un oggi alla volta. Devi credere al fatto che le tue ambizioni siano importanti e, perché tue: perfette; anche se diverse da quelle di chiunque altro. E “tuo” è molto meglio che “giusto” o “facile”. È unico. Coraggio

Sai quanti tipi di sorrisi esistono? TREDICI! E no… Non tutti sono sinceri? Oggi affrontiamo nello specifico il cosiddetto “sorriso di Chaplin” che spesso vediamo in TV. Hai delle domande? Chiedimi pure cio che vuoi nei commenti

Probabilmente ho registrato sott’acqua

#stitch con @Sara | Fai nuove amicizie fai da psicologo agli altri?

In questo video analizzo l’intervista di Fedez a Belve, dal punto di vista della comunicazione (verbale, para-verbale e non verbale) e conseguente carico reputazionale, nell’interesse delle dinamiche che – trasversali anche alle relazioni – osserviamo quotidianamente sui media (social e tradizionali). Affronto inoltre: ⁃ Comunicazione non verbale di Francesca Fagnani ⁃ Efficacia comunicativa e approccio giornalistico della giornalista e conduttrice ⁃ Il format “Belve” ⁃ Differenze strategiche e contenutistiche tra le ultime interviste di Chiara Ferragni e Fedez ⁃ Incidenza reputazionale dei due personaggi a seguito delle dichiarazioni ⁃ Influencer Marketing: come funziona ⁃ Analisi del personaggio Fedez alla luce delle dichiarazioni e del mostrato di questi anni ⁃ Analisi della coppia dal punto di vista relazionale (per il percepito) ⁃ Brand Reputation ⁃ Cambio nel 2016 della comunicazione di Chiara Ferragni Approfondimento di @Francesco Guglielmi per @stabilediroma